Il filosofo di campagna, libretto, Dublino, Reilly, 1762 (Il tutore burlato)

 ATTO TERZO
 
 SCENA PRIMA
 
 Notte. Strada.
 
 RINALDO e CAPOCCHIO
 
 RINALDO
 Tant'è signor notaro,
465l'ultimo sforzo alfin convien tentare.
 CAPOCCHIO
 Quand'uno è in ballo, gli convien ballare.
 RINALDO
 Lesbina è già avvertita e ancor Eugenia,
 Leandro in casa sua ambe le aspetta;
 voi altro non farete
470che immantinente stendere il contratto.
 CAPOCCHIO
 Eccolo qui, l'avevo mezzo fatto.
 RINALDO
 Ma già l'ora è arrivata, attenti stiamo.
 Ritiriamoci qui e non parliamo.
 
 SCENA II
 
 LESBINA travestita da uomo. EUGENIA e detti da parte
 
 LESBINA, EUGENIA A DUE
 
    Soavi zefiri,
475figli d'amore,
 deh! secondate
 del nostro cuore
 l'ardor sincero,
 la fedeltà.
 
 EUGENIA
480Misera, a che m'induce
 un eccesso d'amor, tremo e pavento.
 LESBINA
 Datevi pace; alfine
 andiamo a farci spose.
 EUGENIA
 Ah! Non lo credo ancora.
 RINALDO
485Idol mio su partiam senza dimora;
 ecco qua Capocchio,
 questo vi condurrà dal signor Leandro.
 LESBINA
 Partiamo dunque Eugenia.
 EUGENIA
                                                    Sì, partiamo.
 RINALDO
 Aspettatemi là, se pur v'aggrada.
 CAPOCCHIO
490Precedetemi entrambi, io fo la strada.
 LESBINA, EUGENIA A DUE
 
    Soavi zefiri,
 figli d'amore,
 deh! secondate
 del nostro core
495l'ardor sincero,
 la fedeltà.
 
 SCENA III
 
 RINALDO solo
 
 RINALDO
 Or venga don Tritemio
 a involarmi il mio ben; io non pavento
 ed ho cuor d'incontrar ogni cimento.
 
500   Guerrier che valoroso
 nell'assalir si veda
 quand'ha in poter la preda
 perderla non saprà.
 
 SCENA IV
 
 Camera.
 
 DON TRITEMIO, poi LISETTA
 
 DON TRITEMIO
 Figlia, figlia, sgraziata
505dove sei? Non ti trovo. Ah se l'indegna
 mi capita alle mani
 la vo' sbranar, come fa l'orso i cani.
 Lisetta dove sei?
 LISETTA
 Eccomi a voi signor. Che m'imponete?
 DON TRITEMIO
510Va' presto da un dottore
 e fa' che qui ne venga prestamente;
 poi trovami altra gente
 che cerchin da per tutto mia figliola.
 E quell'indegna di Lesbina ancora.
 LISETTA
515Che! Forse son fuggite.
 DON TRITEMIO
 Sì, mia Lisetta.
 LISETTA
 Per servirvi più ben, io corro in fretta (Parte)
 DON TRITEMIO
 La notte già s'avanza. Mi tormenta
 la rabbia, la paura e il sonno ancora.
520Che s'ha da far? Pazienza, almen sediamo
 finché viene il dottore
 e la rabbia ed il sonno distogliamo.
 
    Di sotto un arboscello,
 con la sua pastorella
525sedeva il pastorello;
 quello diceva a quella:
 «Oh dio! Come sei bella»;
 quella diceva a quello:
 «Mio car tu sei più bello»;
530no no, la pastorella,
 sì sì, il pastorello
 comincia a litigar. (S’addorme)
 
 SCENA V
 
 LESBINA, RINALDO e LEANDRO che non parla, con altri uomini armati
 
 LESBINA
 
    Nel sfidar quel traditore
 la fierezza nel mio core
535forza accresce al mio valor.
 
 Amici, ecco l'indegno, di qui dentro
 rapir dovrassi e voglio...
 DON TRITEMIO
 Chi va là? Sior dottore ben venga...
 RINALDO
 Taci.
 DON TRITEMIO
540Non rifiato né men.
 RINALDO
                                       Olà! Si porti
 là dentro e si rinchiuda
 in quel basso terren; avete inteso?
 DON TRITEMIO
 Come! In mia casa, farmi un tale insulto?
 LESBINA
 Non parlar più, camina.
 DON TRITEMIO
545Che caminar, non vi è bastato, indegni,
 l'avermi già involato e figlia e sposa?
 Che volete anche da me?
 RINALDO
                                                Orsù per forza
 strascinatelo là.
 DON TRITEMIO
                               Ah no, non fate;
 destino maledetto! Or vado via
550ma sentite... Non parlo... Oh che martire!
 La cosa a bastonate va a finire.
 
    Per carità lasciatemi
 un sol momento in pace...
 Or parto, se gli piace,
555che razza maledetta!
 Ma ne farò vendetta...
 Or vado signorsì.
 
 SCENA VI
 
 RINALDO e LESBINA
 
 RINALDO
 Par che camini ben il tuo disegno,
 or penserà Leandro a fare il resto.
 LESBINA
560Ormai sicuri siamo e tu in segno
 del mio fedel amor ricevi il pegno.
 RINALDO
 Del nostro matrimonio
 invochiamo Cupido in testimonio.
 LESBINA
 
    Lieti, canori augelli
565che tenerelli amate,
 deh! Testimoni voi siate
 del mio sincero amor.
 
 RINALDO
 
    Alberi, piante e fiori,
 i vostri ardori ascosi
570insegnino a due sposi
 il natural amor.
 
 LESBINA
 
    Par che l'augel risponda:
 «Ama lo sposo ognor».
 
 RINALDO
 
    Dice la terra e l'onda:
575«Ama la sposa ancor».
 
 LESBINA
 
    La rondinella,
 vezzosa e bella,
 solo il compagno
 cercando va.
 
 RINALDO
 
580   L'olmo e la vite,
 due piante unite,
 ai sposi insegnano
 la fedeltà.
 
 LESBINA
 
    Io son la rondinella
585ed il rondon tu sei.
 
 RINALDO
 
 Tu sei la vite bella,
 io l'olmo esser vorrei.
 
 LESBINA
 
    Rondone fido
 nel caro nido
590vieni, t'aspetto.
 
 RINALDO
 
 Prendimi stretto
 vite amorosa,
 diletta sposa.
 
 A DUE
 
    Soave amore,
595felice ardore,
 alma del mondo,
 vita del cor.
 
    No, non si trova,
 no, non si prova
600più bella pace,
 più caro ardor. (Entranno in casa)
 
 SCENA VII
 
 Giardino.
 
 EUGENIA e LISETTA
 
 EUGENIA
 Ancor non vien Leandro.
 LISETTA
                                                Non temete.
 Spero che tutto andrà a perfezzione.
 EUGENIA
 Don Tritemio che fa?
 LISETTA
                                          È già serrato
605in una stanza oscura.
 EUGENIA
 Povero padre!
 LISETTA
                             E non avrà paura,
 mi ha detto il sior Leandro
 che viviate pur quieta e senza pena.
 EUGENIA
 Sì, vuo' sperar che alfine amor pietoso
610darà tregua al martir e al cuor riposo.
 
    Viverò se tu lo vuoi,
 cara parte del mio cor;
 
    ma se amor negar mi puoi,
 come oh dio, vorrai ch'io viva,
615se mi fai morir così? (Parte)
 
 SCENA VIII
 
 LISETTA sola
 
 LISETTA
 Per mezzo di Capocchio, in men d'un giorno
 secondo il genio mio, spero un marito.
 Perché se perdo il fior di giovinezza,
 presto dell'età più non si apprezza.
 
620   Ogn'anno passa un anno,
 l'età non torna più.
 Passar la gioventù
 io non vorrei così.
 Ci penso notte e dì.
 
625   Vorrei un giovinetto,
 civile, graziosetto,
 che non dicesse un no,
 quando gli chiedo un sì. (Parte)
 
 SCENA ULTIMA
 
 DON TRITEMIO da una parte. CAPOCCHIO dall’altra, poi EUGENIA e LEANDRO, LESBINA e RINALDO e LISETTA
 
 DON TRITEMIO
 M'è riuscito fuggir, ah se gli trovo...
 CAPOCCHIO
630Dove andate signor?
 DON TRITEMIO
                                        Vo' andar là dentro,
 per veder che si fa.
 CAPOCCHIO
                                      Vel dirò io,
 finito è l'instrumento,
 si fan due matrimonii.
 DON TRITEMIO
 Questi sposi chi son?
 CAPOCCHIO
                                         La vostra figlia
635col cavalier Leandro.
 DON TRITEMIO
 E l'altro? (Oh che gran caldo).
 CAPOCCHIO
 È la vostra Lesbina con Rinaldo.
 DON TRITEMIO
 Come? Lesbina! Ohimè! Io non lo credo.
 CAPOCCHIO
 Eccoli, tutti quattro.
 DON TRITEMIO
                                       Ahi cosa vedo?
 EUGENIA
 
640   Ah genitor perdono.
 
 RINALDO
 
 Tritemio, per pietà.
 
 LESBINA
 
    Sposa signor io sono.
 
 LISETTA
 
 Quest'è la verità.
 
 DON TRITEMIO
 
    Perfidi scelerati.
645Vi siete accommodati;
 senza la figlia mesto,
 senza la sposa resto,
 che bella carità.
 
 LISETTA
 
    Quando di star vi preme
650con una sposa insieme,
 ecco per voi son qua.
 
 DON TRITEMIO
 
    Per far dispetto a lei,
 per far crepar colei,
 questa mi sposerà.
 
 TUTTI
 
655   Sia per diletto,
 sia per dispetto,
 amore al core
 piacer darà.
 
 
 Fine dell’opera